I rischi e le criticità dell’uso dell’IA in ambito psicologico
I rischi e le criticità dell’uso dell’IA in ambito psicologico sono un tema sempre più discusso, soprattutto con la diffusione di chatbot terapeutici, app per la salute mentale e sistemi di supporto psicologico automatizzati.
Questi i
principali rischi e criticità:
Riduzione della relazione umana:
- La relazione terapeutica (alleanza, empatia, fiducia) è un elemento centrale del successo psicologico.
- L’IA, anche se può simulare comprensione, non possiede empatia autentica, né la capacità di cogliere sfumature emotive complesse.
- Questo può portare a interventi superficiali o freddi, riducendo l’efficacia del trattamento.
Rischio etico e responsabilità:
- In caso di errore o danno, è difficile stabilire chi sia responsabile: il programmatore, lo psicologo che usa l’IA o il sistema stesso?
- L’IA può dare consigli inappropriati o potenzialmente dannosi, specialmente se mal addestrata o usata senza supervisione umana.
Privacy e protezione dei dati:
- Gli strumenti IA spesso richiedono l’elaborazione di dati personali e sensibili.
- Esiste il rischio di violazioni della privacy, uso improprio dei dati o tracciamento non autorizzato da parte di terzi o aziende tecnologiche.
Bias e discriminazione algoritmica:
- Gli algoritmi riflettono i pregiudizi presenti nei dati con cui sono addestrati.
- Questo può portare a diagnosi o interpretazioni distorte, specialmente in contesti culturali, di genere o etnici diversi da quelli su cui il modello è stato sviluppato.
Eccessiva dipendenza tecnologica:
- Pazienti o professionisti possono diventare dipendenti dagli strumenti IA, riducendo la capacità di riflessione autonoma.
- Il rischio è che l’IA sostituisca, anziché integrare, la competenza clinica umana.
Riduzione della complessità psicologica:
- L’IA tende a semplificare i problemi umani in pattern e categorie, perdendo la profondità soggettiva dell’esperienza.
- I modelli di linguaggio possono riconoscere pattern linguistici, ma non comprendere pienamente traumi, inconscio o simbolismo.
Commercializzazione della salute mentale:
- Molte app o servizi basati su IA sono sviluppati da aziende con scopi di profitto, non clinici.
- Questo può spingere verso soluzioni “rapide” e standardizzate, piuttosto che interventi personalizzati e basati sull’evidenza.
In sintesi, l’IA può essere uno strumento di supporto utile (per esempio, nel monitoraggio dell’umore, nell’analisi linguistica o nella psicoeducazione), ma non può sostituire il lavoro clinico umano. Servirebbe una supervisione etica e professionale costante, con linee guida chiare e trasparenza nei dati e negli algoritmi.
















